Frode sulla formazione dei diplomatici: fermati la Mogherini, l'ex ambasciatore Sannino e l'italo-belga Zegretti

Scritto il 02/12/2025
da Redazione web

L'ex Alta rappresentante Ue e rettrice del Collegio D'Europa coinvolta nell'inchiesta sulla scuola di perfezionamento per diplomatici. L'Ungheria: "Le istituzioni di Bruxelles sono una serie poliziesca"

La formazione finanziata dall'Ue per giovani diplomatici finisce nel mirino della procura europea (Eppo). Con l'ipotesi di una frode nell'uso dei fondi europei, è stata fermata l'ex ministra ed ex Alta rappresentante Ue e rettrice del Collegio D'Europa Federica Mogherini, e l'ex segretario generale del Seas, ora alla direzione generale della Commissione europea per il Medio Oriene e Nord Africa Stefano Sannino. In serata, è stata rivelata l'identità del terzo fermato, l'italo-belga Cesare Zegretti, co-direttore dell'Ufficio executive education, training and projects del collegio dal gennaio 2022. I tre sono accusati, oltre che di frode, di corruzione, conflitto di interessi e violazione del segreto professionale. Il fermo dovrà essere convalidato entro 48 ore. Spiega Le Soir che l'indagine punta a fare luce sull'assegnazione da parte del Seas del progetto per l'Accademica Diplomatica dell'Unione europea di un programma di formazione di nove mesi per futuri diplomatici europei nella prestigiosa scuola. I fatti risalirebbero al 2021 e 2022.

Su richiesta dell'Eppo, approvata dal giudice istruttore, la Polizia federale (FGP West-Vlaanderen) ha effettuato perquisizioni in diversi edifici del Collegio d'Europa di Bruges, presso il Servizio europeo per l'azione esterna a Bruxelles e presso le abitazioni dei sospettati. Le attività investigative si sono avvalse anche del supporto dell'Ufficio europeo per la lotta antifrode (Olaf), si legge nella nota.

"Il Collegio d'Europa è stato informato oggi delle azioni investigative intraprese dalla Procura Europea" con perquisizioni "presso la sede del nostro campus di Bruges", la nota dell'istituto che sottolinea che "collaborerà pienamente con le autorità nell'interesse della trasparenza e del rispetto del processo investigativo". "Il Collegio rimane impegnato a rispettare i più elevati standard di integrità, correttezza e conformità, sia in ambito accademico che amministrativo" e adotta "le misure necessarie per garantire la continuità" delle attività. L'istituzione non rilascia altri commenti "per non pregiudicare l'indagine".

I magistrati vogliono fare luce sull'eventualità che il Collegio d'Europa e i suoi rappresentanti siano stati informati in anticipo sui criteri di selezione della procedura di gara e avessero sufficienti motivi per ritenere che si sarebbero aggiudicati l'attuazione del progetto, prima della pubblicazione ufficiale del bando di gara da parte del Seae."Vi sono forti sospetti che, durante la procedura di gara per il programma, sia stato violato l'articolo 169 del Regolamento Finanziario relativo alla concorrenza leale e che informazioni riservate relative all'appalto in corso siano state condivise con uno dei candidati partecipanti alla gara", scrive l'Eppo. Prima delle perquisizioni, la Procura ha richiesto la revoca dell'immunità di diversi indagati, che è stata concessa.

A stretto giro, è arrivato il commento critico da Budapest. "Un altro giorno, un altro scandalo 'shock' nell'Ue. La polizia belga fa irruzione al Seae e al Collegio d'Europa all'alba? Documenti sequestrati, fermi effettuati, corruzione e frodi negli appalti sul tavolo. La prestigiosa 'scuola di perfezionamento' dell'Ue per eurocrati ora sotto inchiesta per accesso privilegiato alle gare d'appalto? Non si può inventare. È curioso come Bruxelles faccia la predica a tutti sullo 'stato di diritto', mentre le sue istituzioni sembrano più una serie poliziesca che un'unione funzionante", scrive su X Zoltan Kovacs, portavoce del premier ungherese Viktor Orban. E anche Mosca getta benzina sul fuoco: "L'Ue preferisce ignorare i propri problemi di corruzione, ma fa costantemente la predica agli altri", ha affermato la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova. Ancora: "Nell'Ue milioni di euro fluiscono attraverso i "canali della corruzione" verso Kiev, e questo "va avanti da anni ed è sotto gli occhi di tutti".